Riconoscere l’impegno e le capacità imprenditoriali al femminile a sostegno di progetti di sostenibilità, premiandoli con un premio da 10.000 euro: al via il Woman Greening Food Systems Award in the Mediterranean

Ci sarà tempo fino al 7 giugno per candidarsi all’award europeo inserito nell’ambito dell’iniziativa Prima – Partenariato per la Ricerca e l’Innovazione Agroalimentare nel Mediterraneo.

È previsto un riconoscimento in denaro del valore di 10mila euro per supportare la valorizzazione delle idee progettuali al femminile e riconoscere l’indispensabile ruolo delle donne nella ricerca e nell’innovazione dei sistemi agroalimentari sostenibili nell’area del Mediterraneo, oltre a fornire loro una piattaforma per condividere esperienze e idee lungimiranti e attente all’ambiente.

Saranno premiate le realtà che incarnano una leadership al femminile e generano innovazione e impatto nel promuovere la sostenibilità e la resilienza dei sistemi agroalimentari, incrementandone la visibilità.

Le candidate dovranno quindi essere donne e potranno presentarsi in forma di entità legale, inclusi i gruppi di entità legali (persone fisiche o giuridiche, inclusi gli organismi internazionali) guidati da donne operative nell’area mediterranea.

Le stesse, dovranno inoltre:

  • dimostrare soluzioni innovative per rendere più ecologici i sistemi alimentari, concentrandosi sulla sostenibilità ambientale, sulla conservazione della biodiversità e sull’efficienza delle risorse in agricoltura, della produzione alimentare e della riduzione dei rifiuti
  • fornire prove di un’attuazione efficace, mostrando l’evidenza dei miglioramenti misurabili in termini di sostenibilità, resilienza e inclusività nel settore alimentare e agricolo: riduzione delle emissioni di carbonio, miglioramento della salute del suolo, aumento della biodiversità e maggiore sicurezza alimentare e dei risultati nutrizionali
  • dimostrare l’emancipazione delle donne per i sistemi alimentari verdi, compreso l’impegno attivo delle comunità locali e delle parti interessate nei processi decisionali, l’accesso equo alle risorse, le opportunità di capacity building e la promozione dei ruoli di leadership per le donne e i gruppi emarginati

Un coinvolgimento europeo e non solo

Promuovere soluzioni e progetti di innovazione e ricerca in tre strategiche aree tematiche:

  • gestione delle risorse idriche
  • agricoltura sostenibile
  • cibo e filiera alimentare

Questi gli obiettivi dell’iniziativa Prima che intende sostenere uno sviluppo socio-economico inclusivo nel Mediterraneo nell’ambito di un quadro di cooperazione euro-mediterranea rafforzata.

L’iniziativa vede la partecipazione di 19 Stati, di cui 11 sono Stati membri dell’Ue (Cipro, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Slovenia e Spagna) e gli altri 8 sono extra – Ue: Algeria, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Marocco, Tunisia, Turchia.

Forte presenza di Paesi, quindi, ma anche dell’impegno finanziario che è di circa 280 milioni, ai quali si aggiunge un contributo finanziario europeo, attraverso il programma Horizon Europe di oltre 200 milioni, per un valore complessivo dell’iniziativa di circa euro 500 milioni di euro.

Maggiori informazioni sono disponibili sul sito online dedicato.

La parola ai dati

Secondo recenti dati Ocse contenuti nel rapporto Women’s leadership in environmental action le aziende con un’autentica diversità di genere, in particolare a livello senior, hanno circa il 9% in più di probabilità di ottenere risultati aziendali migliori.

La leadership femminile è stata collegata alla promozione del coinvolgimento dei dipendenti e al raggiungimento del giusto equilibrio tra atteggiamenti benevoli e assunzione di rischi quando si occupa un posto nel consiglio direttivo delle aziende.

La presenza delle donne nei consigli aziendali è stata associata anche a migliori prestazioni ambientali e pratiche commerciali responsabili.

Dirigenti e manager donne migliorano le prestazioni ambientali delle aziende diffondendo informazioni alle parti interessate e partecipando ai processi decisionali in materia ambientale.

Donne e uomini tendono ad avere atteggiamenti diversi nei confronti dei rischi e dei danni ambientali. In un recente sondaggio realizzato dal Pew Research Center su come le persone a livello globale vedono il cambiamento climatico, le donne si sono mostrate più propense degli uomini a considerare il cambiamento climatico una seria minaccia.

E anche in una rilevazione dell’Eurispes del 2022, viene messo l’accento sulla maggiore preoccupazione e sensibilità della componente femminile rispetto a quella maschile quando si parla di cambiamenti climatici.

Il processo di sviluppo della finanza sostenibile e il sentiero politico-economico dell’Unione europea sono indissolubilmente legati e attraverso dei progetti guidati da donne, la trasformazione ecologica e sostenibile, potrebbe avere maggiori chance: secondo i dati dello studio Women as levers of change. Unleashing the power of women to transform male-dominated industries, incrementando la diversità di genere ai vertici anche dell’industria, può essere un efficace strumento per affrontare le sempre crescenti sfide produttive e accelerare le necessarie trasformazioni verso uno sviluppo sostenibile globale.

Anche i dati della ricerca dell’olandese Robeco – società di gestione patrimoniale internazionale – evidenziano l’esistenza di un rapporto positivo con la redditività aziendale quando l’impresa ha più del 20% di donne nel Cda, più del 30% di donne a livello manageriale e circa il 45% di donne nell’organico complessivo.

La ricerca mostra anche che una maggiore partecipazione femminile è legata a una migliore stabilità degli utili, ingrediente indispensabile per la sostenibilità a lungo termine.

Crediti immagine: Depositphotos

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