PADOVA – Non un comizio di chiusura della campagna elettorale, ma un omaggio alla figura di Enrico Berlinguer. Questo aveva anticipato Elly Schlein annunciando la sua partecipazione alla cerimonia a Padova nel quarantennale dell’ultima apparizione pubblica dell’allora segretario del Partito Comunista Italiano. Era il 7 giugno del 1984 quando Berlinguer salì sul palco in piazza della Frutta dove poi si sarebbe accasciato, anche allora erano elezioni Europee e quella volta il Pci riuscì in un storico sorpasso a superare la Democrazia Cristiana. Per l’occasione ieri è stato ricreato tutto come quarant’anni fa: lo stesso palco, la stessa scaletta, il maxischermo, la novità è stata l’anticipazione del film di Samuele Rossi che sarà nelle sale il 13 giugno (con l’anteprima a Bologna l’11 e a Padova il 14 al cinema Lux), poi le rose rosse deposte sul cippo commemorativo. Ma per la segretaria del Partito Democratico non è stato solo un omaggio alla figura carismatica della sinistra, alla fine è stato davvero un comizio di chiusura della campagna elettorale. Da Padova Elly Schlein ha attaccato il governo di Giorgia Meloni e le riforme della destra, dal premierato che «scardina gli equilibri democratici» all’autonomia differenziata che «spacca in due il Paese» mentre serve «il riscatto del Sud», passando per il salario minimo («Sotto i 9 euro è sfruttamento»), lo stop agli stage gratuiti «che impediscono ai giovani di pagarsi l’affitto» fino alla presenza degli antiabortisti nei consultori: «Non ce ne facciamo granché di una premier donna se non migliorano le condizioni delle donne». Ma anche l’ammissione, quando ha parlato del numero degli “stranieri” nelle classi, di avere sbagliato: «Un errore del centrosinistra non aver cambiato quella legge quando avevamo i numeri per farlo».

APPROFONDIMENTI

LA PIAZZA
Ad ascoltarla una piazza piena di giovani e anziani, qualcuno con in tasca ancora la tessera del partito del 1984, ma non la folla dello storico e drammatico comizio di quarant’anni fa. Bandiere del Pd e della Sinistra Italiana, una anche del vecchio Pci. E un cartello con lo slogan della cerimonia: “Enrico Berlinguer, da 40 anni nel futuro”. Sul palco il sindaco Sergio Giordani (che Schlein ringrazia per aver avuto il coraggio di iscrivere all’Anagrafe i figli di coppie omogenitoriali: «Serve una legge nazionale per non lasciare soli i sindaci»), l’ex parlamentare Flavio Zanonato che quarant’anni fa era segretario della federazione padovana e del Pci e adesso invita a «non considerare Berlinguer un santino, Enrico è stato il simbolo di una politica senza interessi personali». E poi Elisabetta Leban per la Fondazione Nuova Società che con il Centro studi Ettore Luccini ha organizzato l’evento. E Emma Ruzzon, la presidente del Consiglio degli studenti che la segretaria del Pd cita più di tutti, tre volte (e raccontano che se avesse avuto 25 anni sarebbe stata in lista per Bruxelles). Attorno i candidati veneti dem al Parlamento Europeo, da Alessandro Zan che arriva assieme alla segretaria a Alessandra Moretti e Andrea Zanoni, con loro il segretario regionale Andrea Martella. «Oggi non potevamo essere da nessun’altra parte – dice Schlein ricordando Berlinguer -, una figura che oggi è ancora d’esempio, una grande capcità di stare al fianco di chi fa più fatica, lavoratrici e lavoratori, e per noi anche un esempio del modo di fare politica: una grande umanità e allo stesso tempo una forte autorevolezza».

I TEMI
Berlinguer viene citato anche per parlare della politica estera, perché il leader del Pci «già 40 anni fa aveva lanciato messaggi di pace e sviluppo che sono i nostri temi, oggi più che mai». La segretaria del Pd rimarca: «L’Europa è nata come un grande progetto di pace, non come un progetto di economia di guerra. Oggi il tema della pace è centrale più che mai e deve essere sostenuto dall’Europa». Schlein attacca: «C’è una gigantesca questione sociale e salariale nel nostro Paese, una vera emergenza e i provvedimenti del governo di questi ultimi giorni sono scatole vuote, decreti fuffa, è una presa in giro dei cittadini. In un anno e mezzo hanno dimostrato la loro incapacità di risolvere i problemi dei cittadini». Parla di ambiente: «Non aiuteremo gli agricoltori negando l’emergenza climatica, sono loro le prime vittime dell’emergenza. Li aiuteremo con l’economia circolare, con l’energia pulita, fermando il consumo di suolo». Agli artigiani e agli imprenditori dice che serve «un grande piano industriale per redistribuire i benefici della transizione digitale e aiutare le nostre imprese». Ma attacca le multinazionali: «Le tasse si pagano dove si fanno i profitti, non dove conviene». Cita Giacomo Matteotti, Aldo Moro, David Sassoli, ma anche Altiero Spinelli. E invoca «un’Europa più federale», con un progetto di pace per il Medio Oriente e per l’Ucraina: «Serve uno sforzo diplomatico per una pace giusta».
La conclusione è per Berlinguer: «Grazie Enrico, evviva Enrico Berlinguer, evviva l’Italia antifascista».
 

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