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Come da previsioni, l’ex sindaco di Città del Messico, Claudia Sheinbaum, ha vinto le elezioni presidenziali tenute domenica 2 giugno, staccando di netto la candidata delle opposizioni Bertha Xochitl Galvez. Sheinbaum, prima donna presidente nella storia del Paese, prenderà il posto di Andrés Manuel Lopez Obrador – di cui è considerata erede politica -, il 1 ottobre. Fisica con un dottorato in ingegneria ambientale, 61 anni, Sheinbaum è stata sindaco della natia Città del Messico dal 2018 a giugno 2023, in tempo per intraprendere la corsa presidenziale. L’attesa è che nel corso del suo mandato sessennale, porti avanti la cosiddetta “Quarta trasformazione” (o 4T), l’ambiziosa agenda di riforme di Lopez Obrador, centrate su una lotta serrata agli sprechi, su una solida presenza dello Stato nella gestione dell’economia, contro gli interessi degli “oligarchi” privati, e sulla redistribuzione delle risorse in favore dei più deboli.

Una continuità annunciata anche sul tema, che rimane prioritario, della sicurezza: come Lopez Obrador, Sheinbaum ha annunciato di voler lavorare sul contrasto alle cause della violenza, in primis le disparità sociali, creando opportunità di lavoro, di formazione e di sussidio alle fasce meno abbienti. Altro tema caldo dell’agenda di Sheinbaum è quello della parità di genere e della lotta contro la violenza domestica. La virtuale presidente cercherà di estendere i programmi già attuati nel suo mandato di sindaco a Città del Messico, dove rivendica la riduzione di oltre il 30 per cento il tasso di femminicidi.

Le politiche cittadine che intende replicare a livello nazionale includono la presenza di avvocati formati sul tema, nelle Procure; l’aumento di fondi per le vittime di violenza domestica e il programma “L’aggressore esce di casa” che allontana l’uomo aggressore e permette alle vittime di restare nella propria abitazione.

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